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Illegittimo il “decreto Salvini” sulle carte di identità

Il “decreto Salvini” sulle carte d’identità è stato dichiarato illegittimo
Grande vittoria giudiziaria

Il 31 gennaio 2019 era stata introdotta la dicitura “Genitori” per rappresentare i nominativi delle persone esercenti la responsabilità genitoriale sulle carte di identità elettroniche rilasciate a persone minorenni, anche nei casi di famiglie composte da due mamme o da due papà.

Per evidenziare la grave illegittimità e scongiurarne l’emanazione, già in fase di discussione del decreto ministeriale, si era costituito un gruppo di lavoro, coordinato dall’avv. Mario Di Carlo, presidente EDGE e dall’avv. Tommaso Mauro, entrambi soci di Rete Lenford, insieme all’avv.ta Susanna Lollini e avv.ta Federica Tempori (anch’esse associate di Rete Lenford e componenti del Gruppo Legale di Famiglie Arcobaleno), all’avv. Vincenzo Miri, presidente di Rete Lenford, all’avv Antonio Rotelli, co-fondatore di Rete Lenford, all’avv. Carlo Alberto Mario Corazzini e all’ufficiale dello stato civile Luca Tavani.

Illegittimo il decreto Salvini sulle carte di identità | EDGE LGBTI+Leaders for change
Nella foto, da sinistra: Vincenzo Miri, Federica Tempori, Mario Di Carlo e Tommaso Mauro

L’adozione del decreto del Ministero dell’Interno ha di fatto attuato una grave discriminazione delle famiglie arcobaleno: migliaia di mamme e di papà, già legalmente tali in forza di legge o di intervenute sentenze di adozione, sono state costrette a vedere il proprio nominativo femminile indicato sotto la dicitura “Padre” e, viceversa, il proprio nominativo maschile indicato sotto la dicitura “Madre”.

 

Ma grazie al lavoro dell’avv. Vincenzo Miri e dell’avv.ta Federica Tempori, il Tribunale di Roma ha dato ragione a una coppia di mamme affinchè sia rappresentata correttamente la propria famiglia omogenitoriale con la seguente ordinanza: «Discutendosi, nella fattispecie, del rilascio della Carte d’Identità Elettronica valida per l’espatrio, la falsa rappresentazione del ruolo parentale di una delle due genitrici, in evidente contrasto con la sua identità sessuale e di genere, comporta conseguenze (almeno potenziali) rilevanti sia sul piano del rispetto dei diritti garantiti dalla Costituzione, sia sul piano della necessaria applicazione del diritto primario e derivato dell’Unione europea. […] Un documento che, sulla base di un atto di nascita dal quale risulta che una minore è figlia di una determinata donna ed è stata adottata da un’altra donna, indichi una delle due donne come “padre”, contiene una rappresentazione alterata, e perciò falsa, della realtà ed integra gli estremi materiali del reato di falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atto pubblico (artt. 479 e 480 cod. penale)».

 

Si attende, ora, un’altra pronuncia, sempre del Tribunale di Roma, relativa a un caso del tutto analogo di due mamme, assistite dall’avv. Mario Di Carlo e dall’avv.ta Susanna Lollini.

 

L’avv. Vincenzo Miri dichiara: «La sentenza rappresenta un importante risultato, raggiunto dopo uno straordinario lavoro di squadra di professionisti e professioniste a cui esprimo la mia gratitudine. Purtroppo, il Governo non ha ancora annullato il decreto e, così, continua ancora oggi a offendere la dignità e l’identità di tante famiglie, che volta per volta dovrebbero chiedere a un Tribunale di disapplicare il ‘Decreto Salvini’ per vedersi riconosciuti i propri diritti fondamentali. Reputiamo questo profondamente ingiusto sia per i tempi e sia per i costi della giustizia. Faremo, perciò, ogni sforzo affinché questo Governo annulli il decreto e garantisca per legge l’eguaglianza e la pari dignità di tutte le famiglie. Le carte d’identità registrano quel che per lo Stato è una famiglia: negare anche nominalmente l’esistenza di migliaia di famiglie, e mortificare le identità di persone minorenni, è incostituzionale e anche inaccettabile».

Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobaleno, dichiara: «Questa sentenza ci dice che in Italia la persecuzione politica nei confronti delle Famiglie Arcobaleno è semplicemente vergognosa e profondamente ideologica. Da una parte c’è la realtà della vita: nel nostro paese vivono da almeno 30 anni migliaia di famiglie composte da due madri o da due padri, dall’altra c’è l’ideologia di una certa parte politica che vorrebbe cancellare l’esistenza e i diritti di queste famiglie e dei minorenni che in quelle famiglie nascono, crescono e vivono ogni giorno. Il giudice ha messo nero su bianco quello che già sapevamo: le istituzioni devono tutelare i diritti dei più deboli, in questo caso i minorenni, e non scrivere per legge su documenti ufficiali informazioni false e lesive della dignità delle persone. Chiediamo che il Decreto Salvini venga annullato perché bambini con due mamme o due papà hanno il diritto di veder riconosciuta la loro storia e la loro famiglia».